«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

mercoledì 31 maggio 2017

Ciò che è tuo



Amiche care, amici,

chi mi conosce da un po' di tempo sa che di quando in quando mi piace abbandonarmi semplicemente all'amore, alla scrittura per amore, la più antica e difficile (perché logorata, ma mai logora) del mondo, qualcosa nell'ambito della famosa rima "cuore/amore" reclamata con polemica grazia in piena temperie versoliberista dal grandissimo Umberto Saba.
E ho scelto di osare a visitare una tradizione altissima della prosodia Italiana, la terzina classica, per affidarvi un pensiero di puro e palpabile desiderio. Quello di lasciarsi prendere, di abbandonarsi e di appartenere. Appartenere interamente, corpo e anima, alla persona amata. La forma chiusa per me è a volte l'unico modo per imbrigliare la mia passione, per impedire che tracimi in un incomprensibile sfogo di parole e sentimenti.

E l'amore, amiche dilette e amici, è l'unico vero antidoto alla disperazione e alla morte che dilaga, l'unica barriera perché essa non ci vinca dentro e ci annulli.

M.P.





Ciò che è tuo


Prendimi: prendi ogni mia sostanza,
ogni fibra, ogni turgore, ogni flusso
d'energia del corpo mio, ogni essenza.

Prendi, a piene mani, bevimi adesso
ogni mio sospiro, ogni respiro
speso per starti accanto, sorso a sorso:

Prendimi ogni battito, ogni mio vivo
palpito sottopelle, ogni mio brivido
di sesso, ogni gemito ansito grido

che io ti voglio, prendi il mio timido
destino tra le tue mani, accarezzane
gli aneliti, gli entusiasmi, il vivido

nostro sogno, prendine la bellezza
come d'un abbagliante fiume al sole.
Prendimi ogni pensiero, ogni speranza

che vi scorre, ogni moto, ogni parola,
ogni sguardo a te diretto, ogni motto
ogni pensiero scritto per te sola.

Prendi solo ciò ch'è tuo: prendi tutto!



Marianna Piani
Milano, 25 Novembre 2016

.

sabato 27 maggio 2017

Questo anelito di libertà



Amiche care, amici

una pausa, di fronte a un evento di morte, è necessaria, per riprendere, dopo lo choc immediato, a credere in qualche modo alla continuità della vita.
Io, come chiunque si sia trovato nella mia situazione, ho passato tutti gli stadi, dalla incredulità alla rabbia impotente, dalla rassegnazione al dolore che strazia spirito e carne.
Poi, per salvarmi, come fa un naufrago tra i vortici di un torrente furibondo che lo sta travolgendo, per puro istinto ho allungato un braccio sopra i flutti e ho afferrato un ramo che sporgeva su di me, come ultima salvezza.
Nel mio caso, come sempre mi è accaduto, questo ramo di salvezza è la scrittura.

Non vi è prigione al mondo più rigida e severa del proprio dolore. Per questo, più dell'istinto di sopravvivenza, ciò che mi ha spinto a cercare una salvezza è stato il bisogno di ritrovare e di riappropriarmi in qualche modo la mia libertà, ciò che considero il bene più prezioso ed irrinunciabile.

Come scrivevo nel mio primo tentativo di scrittura dopo la lunga pausa di disorientamento, pubblicata qualche giorno fa: "occorre riprendere il canto…"

Vi lascio alla lettura, amiche dilette e amici, con amore

M.P.







Questo anelito di libertà


Fuori da queste mura
oggi, ora, adesso,
due soli passi certi
e in certo modo fieri,
in fine alla vertigine
che mi affogò la mente.

I primi passi veri
in fine a giorni, mesi,
che parvero decenni
di tenebra e naufragio,
ora, adesso io provo
questo nuovo anelito

di libertà. Di fronte
a questo piano d'erba
che mi accoglie e avvolge
come una placenta,
di fronte al sole vivo
d'autunno che m'abbaglia.

Da quel poderoso masso
di fronte a questo mare,
aperto e immenso come
il cuore di mia madre,
addosso al vento florido
delle mie terre agre.

Nuda e candida come
una pallida sirena
mi offro e apro, al Dio
dei flutti e degli abissi
che mi generò, e genera
i sogni come figli.

In questo abbandono,
sensuale come il palpito
del corpo dell'amante
che tutta mi possiede,
in questa chiara estasi,
in questo oblio veggente.

In questo nuovo giorno
che sorge, che s'infiamma,
dopo secoli di tenebra
ritrovo nel mio petto
il primo mio respiro
straziante come quello

del neonato che affronta
la sua primissima ora,
ecco, sento montare
dentro me come un'onda,
come vento nei capelli,
questo anelito di

serena libertà.



Marianna Piani
Trieste 14 Novembre 2016
.

mercoledì 24 maggio 2017

Occorre riprendere il canto



Amiche care, amici,

scrissi questi versi dopo un lungo periodo, in seguito a un grave lutto personale, in cui non fui in grado di scrivere una sola parola, cosa che non mi accadeva da lungo tempo. Semplicemente non ero più in grado di fermarmi a pensare, lasciavo che la vita mi scorresse addosso, cercando di averne meno dolore possibile. Anche scrivere, perfino lo scrivere, che di solito è sempre stata la mia consolazione e ultimo rifugio, mi era divenuto intollerabile.
Riemersi a fatica, lentamente, dalla disperazione. Come dopo un naufragio, l'organismo si riprende dal terrore e dal dolore, piano piano, e ritrova gradualmente un equilibrio.
Con esso il bisogno di espressione, di riprendere la parola...

Vi lascio alla lettura, amiche dilette e amici, con amore.
M.P.





Occorre riprendere il canto


Perduta parola, ma dove
e come sei svanita
dalla mia vista, dal paesaggio,
dalla memoria, come
una pozza d'acqua che asciuga
sotto il sole, e non lascia
la più flebile traccia?

Ma dove, sotto quale forma
vaga ti celi, come
è avvenuto quel mutamento,
questa metamorfòsi
che ti ha mutata da
pensiero, a nullo oggetto —
volatile inafferrabile
indicibile vuoto?

Dove, fuggita, dove
hai trovato la pace,
poi che non tolleravi
più ormai la tua stessa presenza
a un mondo che pareva
voler rinunciare — per sempre —
ad amare?

Vedi come ora disperando
ti cerco ad ogni istante
del mio destino, in ogni canto
segreto o palese
del ricordo che affiora,
della mia immaginazione,
di tutta la mia Storia.


Marianna Piani
Ottobre 2016
.

mercoledì 17 maggio 2017

Poiché mi apro


Amiche care, amici,

ritorno a una passione mai sopita, il sonetto classico, la più perfetta forma per esprimere sentimenti d'amore, non fosse altro per i secoli e secoli in cui in questa forma l'amore, fin dalle origini della nostra Lingua, si è espresso.
Qui mi affido quasi solo all'eleganza metrica pura e semplice del verso - rinunciando alla rima - e alla sua perfetta brevità: nulla in un sonetto può essere lasciato al caso, nulla alla ridondanza, tutto è essenziale.

Poesia d'amore e di desiderio acceso e, infine, soddisfatto.
Per voi, amiche dilette e amici

M.P.




Poiché mi apro


Poiché mi apro, come una corolla,
come una rosa al sole, come un prato
alla bruma d'ottobre, come il lago
al respiro delle selve: io mi apro

quando mi vieni incontro, e mi raggiungi
come in volo, sull'alea del tuo sguardo
di sogno, tempestato d'illusioni;
quando su me discendi, come il vento

e ti riposi, per un solo istante
o per sempre — il capo come fiamma
ardente abbandonato sul mio ventre

e le tue braccia nude come rami
mi cingono del tuo vigore i fianchi.
Mi guardi: allora m'apro. E tu mi prendi.



Marianna Piani
Trieste, Settembre 2016
.

domenica 14 maggio 2017

"Supplica a mia madre" di Pier Paolo Pasolini


Supplica a mia madre


È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…


Pier Paolo Pasolini


In ricordo di mamma, l'intero mondo per me, che ora è altrove.
M.P.

sabato 13 maggio 2017

Il senso del mare


Amiche care, amici,

questa composizione segue immediatamente quella pubblicata qualche giorno fa, "Essere",  e risponde alla stessa ispirazione, osservare il mare e desiderare di abbandonare tutto e di abbandonarsi, come una sirena pentita di aver voluto essere umana, e di lasciarsi andare in esso, non importa se ormai ho perduto la capacità di respirare nell'acqua, e che questo mio tuffo in un mare di rimpianto e nostalgia sarebbe il mio ultimo volo.

In forma di idillio, o di canzone, tutto appare così rasserenante.

Vi lascio alla lettura, amiche dilette e amici, come sempre - con amore

M.P.






Il senso del mare


Una giovane vita
appare tra le onde
e poi presto scompare,
e riappare più avanti
dalla riva distante,
fragile e incerta, eppure
del tutto gioiosa a cantare
parole d'amore
e di libera scelta.

Tornerà mai in terraferma?
Troverà mai approdo
meno inquieto del suo vagare?
Risponderà al nostro saluto,
se mai lo scorgesse?
Riuscirà così a fuggire
ciò che la schiaccia,
fidando nelle vigorose
tenere braccia
odorose d'alga marina
che la cingono ai fianchi?

Giunge l'onda più lunga
che precede la marea
della sera, che poi si fa notte.
Giunge l'onda e travolge
le piccole barche alla fonda,
che oscillano a lungo
come in una allucinante
berceuse di vetroresina e legno:
questa è l'onda, dico,
che mi rapisce, finalmente
mi strappa di terraferma
e mi trascina alla fine
del mondo e delle cose.

Laddove la vita non ha
altro senso che quello profondo
del verde gelido mare.



Marianna Piani
(Trieste, Agosto 2016)
.

mercoledì 10 maggio 2017

In-folio






Marianna Piani
"Le solitudini e i luoghi"
Poesie scelte 2012 - 2013

Prefazione dell'Autrice
In appendice 10 poesie inedite.

200 Pagine BN 14,8 X 21 paperback
€ 6.00 (scontato) + Iva e spedizione 
ISBN 978-0-244-60015-0




Dopo lunghe e tormentose titubanze,
alla fine il narcisismo
ha vinto sulla ritrosia:

pubblico il mio primo volumetto in versi...



Amiche care, amici...

ebbene sì, da molto tempo accarezzavo questo progetto (se mai un progetto si può "accarezzare", come fosse un gatto), ma proprio il mio amore per i libri e per la poesia mi bloccavano, non per umiltà o modestia beninteso, io sono tutt'altro che "umile e modesta", ma per una elementare questione di coerenza e di rispetto. Non mi sono mai considerata una "scrittrice", men che meno una "poetessa", ma piuttosto una dilettante, certo appassionata, anche evoluta spero, ma sempre una dilettante. Ovvero una persona che scrive non per lavoro, per guadagnarsi il pane, ma per puro, sia pure serio, divertimento.
E anche in questo caso mi ritengo tale non per un senso di modestia, piuttosto per il mio amore di libertà: cos'altro ci può dare più libertà dello scrivere come ci piace, quando ci piace, ciò che ci piace, dove ci piace?
Poiché esercito professionalmente in un diverso settore artistico, in parte anch'esso legato all'editoria, so bene quanto possa essere vincolante e limitante, a quanti e quali compromessi, a meno di non essere degli artisti ben affermati e riconosciuti, si debba scendere per portare a casa la (spesso anche piuttosto magra) pagnotta quotidiana.
Conosco un certo numero di editori con cui ho avuto e ho a che fare, per questa mia attività, ma mi è difficile pensare di recarmi da loro anziché con il mio solito lavoro grafico (il più delle volte commissionato), con un mio manoscritto (senza ombra di illustrazione) a chiedere udienza, o di concedermi la loro lettura, o a chiedere una pubblicazione.
Non perché temessi un rifiuto, una eventualittà che considero comunque inevitabile - e quindi perché "temerla"? No, il mio timore era opposto: se qualcuno mi avesse inopinatamente accettata, avrei mai potuto scegliere cosa pubblicare, quanto pubblicare, in che modo, quale prezzo avrebbe dovuto figurare in copertina? E, più ancora, avrei potuto evitare l'aborrito, abominevole formato e-book?



Poi però, sempre per motivi di lavoro, ho conosciuto questo servizio di self publishimg online - lulu.com - che consente di pubblicare in proprio con una una certa dignità "professionale", a costi quasi nulli, e con discrete possibilità di "distribuzione". E questo alla fine mi ha convinta, ritenendolo coerente con il mio status di "dilettante" e con le mie convinzioni.
Mi sono quindi decisa al "gran passo".
Anche in questo caso, naturalmente,  senza alcuna ambizione o irrazionali attese: anche se certamente farò più "promozione" possibile con i miei limitatissimi mezzi (la scrittura ha senso se si rivolge a un certo numero di lettori, pochi o tanti che siano) sono ben consapevole che un volumetto così, senza avere alle spalle un minimo di struttura distributiva (che invece un editore tradizionale dovrebbe assicurare) e per di più in un settore così di nicchia come la poesia, non avrà di certo alcuna posibilità di spuntare una diffusione maggiore di qualche sparuta copia qui e là. Ma su questo, amiche care, e amici, conto su di voi, spudoratamente.
Il vero motivo però per cui alla fine ho vinto le mie remore e le mie timidezze (narcisismo a parte) è che ho sentito che le mie creature fossero ormai "mature" abastanza per uscire dall'astratto e un poco asettico spazio del blog e provare ad affrontare con le proprie forze la "dura realtà" della pagina (di carta) stampata, nero su bianco. La poesia è nata per essere cantata, per la musica vocale e strumentale, o recitata, questo lo si sa bene, ma dopo la "rivoluzione" gutenberghiana ha acquisito anche lo statuto di essere scritta e stampata, divenendo a tutti gli effetti "letteratura", e da quel momento è sorta la necessità di "reificarla" nelle pagine dei libri e di trovare posto nelle biblioteche, i Templi per eccellenza della Memoria e della Cultura Umana.

Fino ad oggi ho rinviato questo appuntamento anche per un altro motivo, per dire il vero, legato più direttamente alla mia proverbiale e vergognosa pigrizia: in questi ultimi anni, da scribacchina patologica quale sono, ho scritto, e di conseguemza "pubblicato" (qui sul blog e su Medium) molti testi, diverse centinaia di titoli, e poiché sarebbe stato impensabile e anche un poco ridicolo proporre un "tomone" non postumo di mille e più pagine (ammesso che qualcuno se lo sarebbe mai sorbito), occorreva una drastica e (per me, essendone l'autrice, anche ardua) selezione. E non solo: sapevo bene che ognuna delle composizioni selezionate avrebbero abbisognato di una accurata revisione, certo non potevano finire sulle pagine a stampa (virtualmente per sempre) tali quali appaiono qui sul Blog.
Il Blog (come ogni mezzo digitale, incluso il suddetto e-book) è intrinsecamente effimero e provvisorio. Il libro invece è potenzialmente definitivo. Come paragonare un castello di sabbia sulla spiaggia di Milano Marittima a un edificio di pietra e cemento.
Questo lavoro, sapevo, mi avrebbe certo preso molto tempo, una risorsa che ho sempre molto scarsa, e devo dire che ho sempre trovato più soddisfazione nel tentare il nuovo che nel rivangare il passato.
Alla fine però, ho trovato l'idea che poteva sbloccare la situazione, e da questa è nata la struttura portante di questo libretto.
Ho dunque deciso di selezionare solo una parte delle mie composizioni, diciamo dal 2012, l'anno di inaugurazione di questo blog, a tutto il 2013.
Si tratta quindi di testi di quattro o cinque anni fa, ma chi mi conosce già da qualche tempo non si sorprenderà se dico che proprio questo li rendono più adatti alla pubblicazione. A distanza di tempo è decisamente più facile compiere una lettura obbiettiva, o almeno avvicinarsi ad essa. Posso considerare i miei testi più facilmente a distanza, proprio come da una certa distanza si riesce a comprendere meglio l'effetto di un dipinto. Pur essendone l'autrice, li sento ormai meno "miei", sono coinvolta meno emotivamente e più razionalmente, e quindi riesco a selezionarli e a giudicarli con più distacco. Ognuna delle composizioni selezionate è stata quindi rivista, emendata e in molti casi, se necessario, riscritta, per cui alla fine nessuna delle poesie raccolte è risultata in realtà una copia identica e conforme a quella che potete trovare sul blog.
Ho mantenuto in ogni caso la datazione originale, che corrisponde sempre alla data di prima stesura e non a quella di prima pubblicazione (che ne differisce spesso di molto). Alla fine del volumetto ho aggiunto una piccola appendice con una decina di componimenti del tutto nuovi e inediti, destinati a rimanere esclusivi di questa pubblicazione: un piccolo bonus aggiuntivo d'affetto e riconoscenza per i miei eventuali, carissimi lettori.

Ho voluto una edizione tipograficamente molto sobria, con una grafica ed una impaginazione lineare, minimalista, di puro testo, senza immagini o illustrazioni. Può sembrare paradossale, dal momento che io sono di mestiere una illustratrice, ma proprio per questo motivo io ritengo che la poesia debba rimanere indipendente dall'immagine, poiché è essa ad avere il compito di creare le immagini nella mente del lettore, e il lettore sarebbe distratto o perfino sviato dal'impatto di una illustrazione "preconfezionata". Una prassi che ho sempre tenuto con coerenza anche in "rete", qui nel Blog e in Medium, dove i miei "post" sono volutamente assai avari di foto o illustrazioni, in controcorrente rispetto al il trend normale, che privilegia invece l'immagine ovunque. Di solito l'immagine (a volte anche assai poco pertinente) ha la semplice funzione di specchietto per catturare le "allodole", segnatamente contatti e "like". Ma dal momento che io, pur apprezzando ovviamente il fatto di avere dei lettori, pongo il valore numerico all'ultimo posto dei miei interessi, non si tratta di un gran sacrificio per me: non fa nulla se ho poche "allodole" nel mio giardino, in cambio quelle che lo visitano sono bellissime e preziose.

Per la parte grafica ho avuto in più la grande fortuna di ricevere l'aiuto, del tutto gratuito, di una amica meravigliosa, Mimma Rapicano, una grande professionista in campo grafico, oltre che scrittrice lei stessa, che non solo ha sistemato con pochi tocchi magistrali l'aspetto della copertina, ma mi ha anche dato validi suggerimenti sul formato, sugli stessi testi che raccoglievo. Un tesoro di amica: sulle amicizie, come ho detto sopra, ho davvero molta fortuna!
Sul prezzo di copertina, ho seguito anche qui con coerenza il mio pensiero di sempre: la poesia è un dono, è un dono leggerla, ed è un dono avere il privilegio di scriverla, per cui, non potendo permettermi di offrire tutto gratis come utopicamente avrei desiderato, ho curato di tenere il prezzo di base più basso che mi era consentito dal servizio di edizione prescelto, in pratica quello necessario a coprire i soli costi vivi di stampa e per il compenso nei confronti del servizio stesso. Più una piccola percentuale di diritti d'autore, che però ho stabilito di devolvere "automaticamente" (cioè direttamente dal servizio, senza mio intervento) e interamente a una ONLUS internazionale. Preservando così (almeno simbolicamente) sia la mia libertà intellettuale di dilettante pura che la "gratuità" virtuale di cui dicevo prima.

Anche se sono consapevole che perderò per questo motivo molti potenziali lettori, nonostante il servizio di edizione scelto me lo consentirebbe facilmente, non ho intenzione di affiancare a questa "cartacea" alcuna edizione in formato e-book o simile - un supporto che io detesto cordialmente e che ho sempre combattuto. Quindi questo libretto rimarrà l'unico mezzo al di fuori di questo stesso blog per accedere ai miei testi.
A chi avendo acquistato il libro me ne facesse richiesta, sarò felice tuttavia inviare personalmente e gratuitamente una versione digitale in formato PDF (con dedica personalizzata) non stampabile, per la archiviazione e consultazione tramite il dispositivo che gli fosse più comodo e congeniale.
Infine spero in un futuro non lontanissimo di ripetere l'esperimento e di pubblicare un nuovo volumetto come questo con altre mie composizioni più recenti. Ma per questo c'è tempo e molta acqua ha da passare sotto i ponti...

Grazie amiche dilette e amici, come ho sempre ripetuto non ritualmente alla fine di ogni mio intervento su queste pagine, "con amore"


Vostra
Marianna




Marianna Piani
"Le solitudini e i luoghi"
Poesie scelte 2012 - 2013

Prefazione dell'Autrice
In appendice 10 poesie inedite.

200 Pagine BN 14,8 X 21 paperback
€ 6.00 (scontato) + Iva e spedizione
ISBN 978-0-244-60015-0





Consigli per un eventuale acquisto

Il volumetto, esclusivamente in forma cartacea, è reperibile per ora solo presso il servizio di self-publishing cui mi sono appoggiata, raggiungibile direttamente da questo link, o da quelli sopra riportati. Occorre credo creare (gratuitamente e senza impegno) un account e inserire il libro nel "carrello", come in tutti i siti online analoghi.
A breve comunque il volume sarà reperibile anche presso altri siti come Amazon o Barnes&Noble, appena avrò espletato tutte le procedure necassarie alla distribuzione "allargata".

Come dicevo poco sopra, io mi sono adoperata per tenere il prezzo il più basso possibile, in pratica il minimo che mi era consentito, dato il formato del volumetto, dal servizio di publishing, per coprire i costi di stampa e la piccola percentuale riservata al servizio stesso.
Il prezzo nominale è quindi di 10.00 €, che però, se lo ordinate on line al suddetto link - si abbassa a 6,00 €, grazie allo sconto del 40% da me preordinato di default.
Il sito poi  provvede alla stampa e alla spedizione della/e copia/e ovunque nel mondo.
Purtroppo però devo dire che proprio i costi di spedizione (e l'IVA)  fanno lievitare questo prezzo in modo considerevole. In particolare la spedizione, se si opta per il corriere internazionale, è piuttosto dispendiosa.


Da ora però c'è anche l'opzione Amazon, imbattibile in termini di velocità di consegna, che offre il libro a € 10,71 IVA e spedizione incluse (Anche in Prime).

Ancora grazie di cuore per il vostro affetto e attenzione.

M.P.
.

sabato 6 maggio 2017

Essere


Amiche care, amici,

scrissi questi versi in un momento di profondo sconforto, in prossimità della morte di una persona immensamente amata, un periodo di prostrazione e intensa sofferenza, unita a incredulità di come possa essere fragile e provvisoria la nostra esistenza; l'unica cosa che mi dava conforto in quei giorni era di essere vicina al mio mare, ai miei luoghi, alle mie solitudini. Tanta la voglia di confondersi in tutto questo, e di non tornare più nel mondo.

Amiche dilette, amici, vi lascio alla lettura, ringraziandovi per esserci, con tanto amore.

M.P.






Essere


Essere onda, essere mare,
essere vento che sfiora l'acqua
modulando un canto
a solo, essere lo scoglio
che affronta l'onda
che vi s'infrange,
essere la spuma
iridescente che ne scaturisce,
essere una nube, tra mille nubi
che stringono d'assedio il porto,
essere pioggia che schianta al suolo
torrenziale e improvvisa, oppure
lenta e fine, che pare eterna.

Essere foresta, che copre
le alture, essere cerva
che s'avventura in campo aperto,
ed essere l'aperta brughiera
che l'accoglie materna,
essere corvo, o poiana,

o gabbiana, e librarsi
nel cielo, modulando
ancora un ultimo canto
che sia pure stridente,
eppure suadente,
e infine scomparire
dietro quelle nubi scure
laddove nulla impera.



Marianna Piani
Trieste, Agosto 2016
.

mercoledì 3 maggio 2017

Accadde


Amiche care, amici,

questa è la cronaca di una caduta, una caduta improvvisa, prevedibile, ma non per questo meno dolorosa.
Ho frequentato la montagna per anni in diverse stagioni, ma soprattutto in settembre, un mese che può essere davvero magico in quota, con colori indescrivibili e tutta la natura impegnata in un ciclo di cambiamenti e trasformazioni legati all'avvicendamento stagionale.
In questo mese di "passaggio" l'Estate pian piano sfuma, per far spazio — gradualmente — all'autunno, e in alta montagna i segni di questa evoluzione sono ancora più marcati, e a tratti drammatici. Il tramontare sempre più anticipato del sole — rapido, e accompagnato sempre da uno spettacolare display di colori accesi e fiammanti — è il segno più evidente. E càpita di farsi sorprendere dal tramonto quando ancora si deve affrontare una discesa, a volte impegnativa, per rientrare alla base…

Quanto in questa narrazione si tratti di una caduta fisica, concreta, e quanto invece una metafora, di un sogno o una premonizione sta a voi letttrici e lettori, se lo vorrete, interpretare.
Perciò, vi lascio alla lettura, amiche dilette e amici.

Con amore
M.P.





Accadde


Accadde che inseguivo il meriggio
e il tramonto precoce
che presto avrebbe infiammato le rocce
come volti di donne pudenti.

Inseguivo l'ultime luci
che scorrevano nell'alveo pietroso
del sentiero come quello d' un torrente.
Assai presto si sarebbero arrese.

(Giunge improvvisa la notte
a fine settembre, in altura,
e chiude ermeticamente la valle
tra impenetrabili mura.)

Per questo correvo, precipitando
lungo l'impervio, scosceso sentiero,
paventavo la notte, che mi prendesse
senza preavviso, e mi togliesse il respiro.

Sentivo, a ogni passo, il gemere
vetroso dei sassi, e ogni passo affondava
negli sfasciumi di ghiaia, oppure
incespicava sui massi affioranti

saldi come scogli nel mare.
Immoto mare di pietra, bianco
come un nevaio, e come un nevaio
freddo, tagliente, e del tutto innocente.

E dunque, correndo, scendevo,
dove il sentiero impetuoso
mi trascinava, e ben presto fu chiaro,
che non ci sarebbe mai stato arrivo.

E questo accadde, che caddi.
Fui come risucchiata al suolo
con un acuto grido di ambascia
come quello d'un gabbiano in battaglia.

Non ebbi gravi danni, tranne
una profonda ferita al ginocchio,
che sanguinò un lungo tratto.
Questo fu, se volete, il nudo fatto.


Mi risvegliai in salvo.


Marianna Piani
Trieste, 1 Agosto 2016
.

martedì 2 maggio 2017

"Edge" di Sylvia Plath


Amiche care, amici.

Sylvia Plath ha scritto questi versi e, presumibilmente, vi ha posto la data alla fine e sfilato il foglio dal carrello della sua celebre Royal 8.
Era il 5 Febbraio del 1963, a Londra, al 23 di Fitzroy Road, una casa in cui aveva abitato per un periodo William Butler Yeats.  Solo un mese prima lei aveva pubblicato quello che sarebbe stato il suo unico romanzo, "The Bell Jar".

Sei giorni dopo, a trent'anni e tre mesi di età, questa giovane e splendida mente di donna decise che ormai "The woman is perfected" e che "We have come so far, it is over."
E si uccise.
Era l'undici Febbraio del 1963 presumibilmente poco dopo le quattro del mattino. Alle nove del mattino la nurse che l'aiutava coi bambini la ritrovò ormai esanime, in cucina.
Uno dei giorni più neri della Poesia di tutti i tempi.


"Her blacks crackled and drag".


Un verso enigmatico, inquietante e quasi intraducibile che potrebbe essere reso approssimativamente:
"Crepe s'irradiano nei suoi neri pensieri"

Ma nella traduzione qui sotto ho preferito lasciarlo intatto

È l'ultimo suo.

M.P.





Sylvia Plath




Edge


The woman is perfected
Her dead

Body wears the smile of accomplishment,
The illusion of a Greek necessity

Flows in the scrolls of her toga,
Her bare

Feet seem to be saying:
We have come so far, it is over.

Each dead child coiled, a white serpent,
One at each little

Pitcher of milk, now empty
She has folded

Them back into her body as petals
Of a rose close when the garden

Stiffens and odors bleed
From the sweet, deep throats of the night flower.

The moon has nothing to be sad about,
Staring from her hood of bone.

She is used to this sort of thing.
Her blacks crackle and drag.


Sylvia Plath
5 February 1963



Limite


Ora questa donna è perfetta.
il suo corpo

morto ha il sorriso dell'atto compiuto,
l'illusione di un'Ellenica necessità

si riversa nei panneggi della sua toga
i suoi

piedi nudi sembrano dire:
siamo giunti fin qui, ora basta.

Ogni bimbo morto sta, come una candida serpe,
acciambellato accanto alla propria

piccola tazza di latte, ormai vuota
e lei li ha raccolti di nuovo tutti

dentro di sé come si richiudono in sé
i petali d'una rosa allorquando il giardino

s'immobilizza e i suoi profumi sgorgano puri
dalle dolci oscure gole del fiore della notte.

La luna non ha motivo d'esser triste per questo
mentre vi assiste dalla propria cappa di ossa.

Lei è ormai assuefatta a questo stato di cose.

Her blacks crackle and drag.



Sylvia Plath
Versione Italiana di Marianna Piani
21 Aprile 2017



Concludo con questa composizione - che è insieme uno straordinario esercizio poetico, uno straziante messaggio di una donna dal genio troppo alto per poter anche essere felice, un testamento spirituale di un poeta tra i più grandi della sua generazione, un vivo documento di un'epoca tormentata ed esaltante e di una società ancora giovane e attraversata da illusioni e disperazioni adolescenziali (pensiamo a Kennedy, Marilyn Monroe) - questa mia mini-antologia della grande Poesia Americana del '900. Naturalmente non cesserò di frequentare e di proporvi questi grandissimi autori, che sono di grande ispirazione per tutti noi, e che ci ricordano come la realtà americana sia contraddittoria, piena di vivide luci e ombre profonde, certo, e di pesanti responsabilità che derivano dalla sua collocazione politica e militare mondiale, certo, ma anche una fonte di cultura, di pensiero e di creatività, e di libertà, fondamentali e irrinunciabili per la nostra ormai senescente e inferma Civiltà Occidentale. Ma sicuramente NON è ciò che le ultime disgraziate elezioni presidenziali, grazie in gran parte a un meccanismo elettorale obsoleto e ormai privo di senso, ci hanno consegnato. O meglio, non è questa del POTUS Donald Bannon l'America che amiamo, in cui ci riconosciamo, e non è nemmeno l'autentica espressione di maggioranza di questo popolo per tanti versi straordinario, nato nel bene e nel male in parte dalla costola Europea.
In ogni caso, spero che abbiate apprezzato questo mio piccolo contributo e stimolo alla vostra conoscenza.

Vostra, con amore
Marianna


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