«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

mercoledì 26 aprile 2017

Il rosso, il verde, il blu e il nero


Amiche care, amici,

la leggerezza, nella intenzione descritta da Italo Calvino nelle sue ben note (ma mai abbastanza comprese, secondo me) "Lezioni Americane", ben lontana da essere sinonimo di "facilità", è invece una conquista di grande impegno e che richiede un grande lavoro di concentrazione e di distillazione dell'essenziale, sfrondato da ogni appendice, da ogni inutile abbellimento.
La leggerezza è fondamentale in poesia, qualunque sia l'argomento d'ispirazione, perché la poesia altro non è che la massima concentrazione in parola della percezione sensibile della vita.

La leggerezza non è un gioco, eppure appare, deve apparire come un gioco, e chiunque si cimenti nella scrittura in versi, come me, deve fare i conti con questa dimensione, che è la dimensione minima della lingua e del canto.
La leggerezza è per definizione libera dal gravame del "letterario", e si avvicina invece all'esperienza viva del lettore, alla sua vera carnalità, alla sua più autentica umanità.
Ls poesia è un gioco, nel senso serissimo che intendono i bambini.

Amiche dilette, amici, vi lascio come di consueto alla lettura, con amore.
M.P.







Il rosso, il verde, il blu e il nero

 

La vampa d'estate inonda il mio corpo
e il cuore assetato, senza preavviso:
nuda, assorta, indifesa, mi apro e assorbo

ogni goccia di gioia del tuo viso
e ogni malinconico riflesso
del tuo raro illuminato sorriso.

Suo è il fuoco che si sprigiona, il rosso
vulcano, il verde del prato, commosso.

Tua tutta la luce del cielo, l' azzurro
profondo del mare e del cielo più puro.

Nere sono le mie pupille, sperdute
tra oceani e praterie sognate.

Il mio cuore in quest'amarti è spezzato
tra vita e destino, tra libido e fato.


Marianna Piani
Milano, 21 Luglio 2016
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