«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

mercoledì 4 maggio 2016

Metà Estate


Amiche care, amici,

ritorno al mio "genere" preferito, il ritratto di paesaggio, e con la mia tecnica favorita, l'acquarello, perché è quella che meglio riesce a rendere la luce e la leggerezza dei toni alti, tipici di una giornata estiva, il tempo in cui abbozzai questi versi.

Naturalmente intendo "acquerello in scrittura", ma vi assicuro che le due "tecniche", in apparenza lontanissime, sono invece assai simili, per timbro, trasparenza di colore, e risultato.

E alla stesura delle tinte aggiungo qualche riflessione, in tema d'ispirazione.
Vale a dire quella luce che per un istante ci fa tutto vedere, come un lampo improvviso, e poi, per un lungo tempo, ci acceca.
E questo repentino ripetuto passaggio da luce a tenebra è anche l'immagine del mio disagio mentale.

Amiche dilette, amici, affido queste stanze alla vostra indulgente lettura. Come sempre con amore

M.P.




 

Metà Estate


Tale è il nitore dell'aria, pura
la lucentezza delle piccole onde
nelle cale sopra il lago, dove
piccole barche si tengono per mano,
tale è la luce che inonda i muri,
le case, i giardini fin troppo fioriti,
i minuscoli seni che abbracciano,
come in materna protezione, piccoli
stabilimenti balneari, tra i canneti
e le ghiaie candeggiate della riva.

"Tanta luce," mi si diceva celiando

quand'ero piccina, "che non ci si vede."
E io sgranavo le nere pupille
più nere ancora e più grandi e stupite
di quanto giammai non fossero state,
e mi chiedevo come mai accadesse
che il troppo chiaro, l'eccesso
di luce potesse accecare qualcuno,
anziché render palese il mondo,
svelare un Dio, accenderne il volto.

Infine, a ciò non davo fede,
e non l'avrei in vita mai data:
io ero e sono, e sempre sarò
tra quei dissennati, folli, storditi,
che fissano dritti negli occhi il Sole
e per un solo intollerabile istante
catturano in sé tutta la luce
dell'universo, e l'istante dopo
perdono la vista e sprofondano

in un perenne torbido buio.



Marianna Piani
Nebbiuno, 15 Agosto 2015
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