«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 16 agosto 2014

Canzone Innocente



Amiche care, amici,

dunque c'è chi - pensando di fare un qualcosa di originale e magari un po' "di rottura" - pubblica un blog con una linea editoriale espressamente dedicata a "boicottare apertamente le poesie d'amore" ("Perche odiamo le poesie d'amore") .
Si tratta di una proposta di una certa "originalità" e interesse (anche se non certo inaudita, nulla di nuovo sotto il sole della letteratura del resto, basti pensare al nostro Filippo Tommaso Marinetti, e ai suoi manifesti militanti a proposito dei "chiari di luna"da uccidere ("Uccidiamo il Chiaro di Luna"), e alle beffarde scanzonature di Sanguineti, o anche, prima di lui, di Bacchelli) e sostenuta da una serie di motivazioni non particolarmente ricca, ma in parte condivisibili e personalmente, da me, anche effettivamente condivise.
Io stessa ho scritto diverse cosette che con l'amore (se non indirettamente) nulla hanno a che fare, come per esempio un'ode all'IKEA, uno strambotto dedicato al nostro amato e sofferto "tacco dodici", e anche qualche strale nei confronti di certa "poesia" amatoriale troppo facile, scontata, senza sangue nelle vene. Trovate tutto in queste pagine, se volete.

Certo, se ne ha fin qui di certi esercizi di puro e semplice narcisismo, in particolare quello femminile, sempre assai pernicioso, anche se io sostengo che ogni persona ha pieno diritto di scrivere/pubblicare tutto ciò che gli aggrada, riservando a noi peraltro il pieno diritto di NON leggere, di NON condividere o anche di NON apprezzare.

Io credo fermamente che non vi sia NULLA di INDICIBILE in Poesia, dal magazzino di mobili cino-svedesi al tacco a spillo, dal libro all'abito firmato, dalla motocicletta al paesaggio alpino. Nulla di ciò che viviamo, se lo viviamo pienamente, è vuoto di significato (a parte forse qualche personaggio dell'arena pubblica, politico o di spettacolo, ma questa è un'altra faccenda), nulla può essere considerato a priori "impoetico", o, al contrario "iperpoetico": il problema non sta nel soggetto, ma nell'obiettivo, inteso nel senso dello strumento che usiamo per inquadrare quel soggetto.
Certo, alcuni argomenti e soggetti, che sono quelli più abusati e - apparentemente - facili, sono al contrario estremamente impegnativi da affrontare "seriamente". Il decollo di un aviogetto a Malpensa - ho scritto anche di questo - è per me assai più facile da "cantare" in una lirica di quanto non sia - ad esempio - una notte d'amore a Venezia (in un'altro mio temerario tentativo): per potersi aggirare in certi territori senza uscirne malconci occorrono nervi saldi e una assoluta padronanza dei propri mezzi. Su questo, come vedete, sostanzialmente concordo con l'assunto teorico del Blog sopra citato. Inoltre sono una lettrice appassionatissima di Autori in cui il genere amoroso ha un ruolo molto minore, o addirittura secondario, come la mia adorata (e "verticalissima") Sylvia Plath, o la straordinaria Szymborska, o il grande "biblico" padre (o nonno ormai) del verso moderno, Whitman.

Tuttavia, io mi ribello istintivamente a ogni sconfinamento normativo e costrizione ideologica: qualcuno (io compresa) sente la necessità di cantare il "chiaro di Luna" o di comporre un'ode d'amore, pur anche rischiando di fare una figura barbina e dilettantesca in senso negativo? Per me, deve sentirsi padronissimo di farlo.
Inoltre, l'Amore - così come la Morte, la Guerra, il Tradimento, il Sesso, la Passione - sono e rimangono argomenti non solo "leciti" ma direi ineludibili per il discorso poetico. Inutile tentare di bandirli (o di "boicottarli"), poiché sono alcune delle "massime vocazioni" umane, da millenni, e lo saranno per tutti i millenni (o secoli, o decenni, dipenderà da noi) che ci rimarranno, in barba a tutti i Marinetti della Storia.

Io leggo e scrivo in piena libertà e in discreta quantità poesie d'argomento amoroso e di passione, non potrei evitarlo così come non mi sarebbe possibile sopravvivere senza la mia biblioteca di famiglia, o senza l'ossigeno che respiro: l'amore per così dire dà ossigeno e feconda la mia - chiamiamola pure così - ispirazione, sia di scrittrice (dilettante) che di lettrice (quasi professionale).
Ecco perché, provocatoriamente, ma con simpatia, dedico la "canzone" che segue all'autore (o agli autori) del blog sopra citato.


Nasce da una autentica ed intensissima storia d'amore, finita come spesso purtroppo accade a me in un piccolo (ma grande) scatafascio sentimentale. L'innocenza di cui parlo nel titolo è quella della persona che mi ha ispirato questo sentimento violento di desiderio, e che per questo - del tutto innocentemente - mi ha posseduta anima e corpo per alcune settimane come una tiranna. Se avessi una maggiore vocazione per i titoli ad effetto (o da canzone pop) avrei potuto intitolare questa composizione "Tiranna Innocente"...
Ad ogni modo, bella o brutta che sia, solo il lettore ha il diritto di decretarlo, pieno e insindacabile diritto come quello di un sovrano assoulto. "Tiranno Innocente" anch'egli.

 Io, d'altra parte, esercito il pieno e inviolabile diritto di scriverla: da autrice, mi limito a trascrivere le mie emozioni, come mille generazioni di scriventi di tutte le ere e di tutti i livelli (dal genio epocale alla fanciulla da facebook) hanno fatto, spero sempre con onestà piena e totale sincerità, immergendo il pennino direttamente nell'inchiostro della mia anima, per usare scientemente una figura retorica che farà rabbrividire certi positivisti d'assalto...

Amiche dilette e amici, come sempre, più che mai, con amore.

M.P.






Canzone Innocente


Quant'è il mio bisogno di esserci, cara,
di esisterti accanto, di accoglierti sopra la mia vita
come la pioggia rinfrescante al mattino
come la coperta del sole sovrano al meriggio
come il mantello della vergine neve alla sera
come il fuoco che consuma il ceppo del pioppo
nel camino del sogno, lungo il vasto arco
della notte: la nostra mai finita, estatica notte.

Quant'è il mio bisogno di aprire lo sguardo,
e vederti come l'ombra sottile d'un cipresso
controluce nel vano della nostra finestra, all'alba,
e vedere ancora che mi osservi, come mi osserva
la luna indulgente, silenziosa, misteriosa, lontana,
eppure vicina, immersa nelle mie più strenue speranze.
Quant'è la mia meraviglia, il mio stupore, il mio tremore
nello scoprire dentro il tuo sguardo il mio viso.

Quant'è spaurito, il mio viso colà, nelle tue pupille,
come un papavero scarmigliato smarrito nel mezzo
del verde infinito di un prato, percorso dal vento.
Questo vento, che gioca a perdifiato come un bimbo
a scompigliare i miei sentimenti, ad arruffarli,
ad annodarli ai tuoi, inestricabilmente: il nostro vento.
Il nostro piccolo giovane fresco giocoso vento,
che ci spinge alle spalle verso la riva e il mare e la vita.

Quant'è il mio bisogno di dire di dirmi di dirti
il mio bisogno di essere libera e franca dal mondo
e prigioniera soltanto nella tua mano bianca, salda
come quella montagna che ancora ci sovrasta
nella sua altezza inviolata: la nostra Montagna,
ripida e tagliente di roccia spietata, elevata
come una preghiera oltre lo stesso cielo di nubi
di ghiaccio e di luce accecante che tanto ci opprime.

La montagna che ci vedrà giungere entrambe,
che stringeremo, nel nostro abbraccio, ostinato,
che saliremo scorticandoci dita e ginocchia,
fino alla cima, la nostra cima, quella che ci riserva
tutta la nostra bellezza. La vetta, la nostra vetta,
che chiameremo con il nome della nostra passione,
che assieme, soltanto assieme raggiungeremo.

Come la Legge di Vita che assieme, solo assieme,

tu ed io così violeremo.


Marianna Piani
Milano, 28 Marzo 2014

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