«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

domenica 24 novembre 2013

Post-it


Amiche dilette, amici,

Ebbene, dopo quella più "lieve" pubblicata ieri, anche in questa breve composizione mi occupo in qualche modo del mio rapporto, in verità teso e problematico, con la mia femminilità, e la mia "forma" (in senso fisico, percepibile) di donna.


La bellezza è un involucro, una dote che si ottiene per nascita, senza alcun merito da parte nostra. Si tratta di una fortuna, e anche una disgrazia, per ogni donna, e per molti svariati motivi. Quanti giudizi - e pregiudizi - ci vengono affibbiati per il nostro aspetto esteriore? Ma quanto aderisce la nostra anima, realmente, a ciò che vediamo - oggettivamente - nello specchio e - soggettivamente - negli sguardi degli altri? Quante di noi vengono vissute meno belle, e su questo assunto valutate e svalutate? e simmetricamente, quante di noi, per loro natura considerate "belle" (ma basta un seno un po' importante, un viso regolare o dei capelli dorati, o delle gambe tornite lasciate scoperte con una qualche malizia) vengono classificate e giudicate automaticamente in base a questo parametro, che mette in ombra, nel bene o nel male, ogni altro? Quante volte questo cono d'ombra gioca a nostro sfavore, discriminando, e quante volte invece ci facciamo maestre nel ridurre a nostro vantaggio nella vita quotidiana la nostra personale carica di femminilità?
Queste considerazioni sono alla base della mia scelta, voluta e pervicacemente perseguita, di non rivelarmi, qui, nel mio aspetto "reale", fotografico, perché almeno qui vorrei che tutto ciò che conta fosse il mio pensiero, e la bellezza, se mai ci fosse, venisse tutta e soltanto dalla mia scrittura, dalla mia voce diretta, e non dalla mia immagine.
Questa scissione tra donna pensante e donna "apparente" avviene comunque quotidianamente, al momento di dover uscire nel mondo; e allora si indossa l'abito corto, i tacchi alti, un bel trucco e, un poco anche, si dismette il pensiero… Non è una parte particolarmente faticosa o antipatica da sostenere: da parte mia adoro farlo. Mi piace apparire desiderabile, ci tengo. Godo perfino ad essere presa per sciocchina o superficiale, tanto so (eh, purtroppo) di non esserlo affatto. Gioco volentieri con la futilità e l'apparenza, per il puro gusto di esplorare il mondo, un poco come un gattino gioca con un ciondolo tintinnante da quattro soldi, per il puro gusto di sentire il proprio corpo muoversi liberamente.
Tuttavia è una scissione. In me ne eseste un'altra, più profonda, segnata dalla malattia, tra il mio essere - vitale, orgoglioso, ironico - e un altro, cupo e mortale, che mi vuole possedere, sopraffacendo l'altro. Ma questa è un'altra storia.
Ciò che conta per me è che la femminilità "È" proprio questa scissione, gestita o subita, di volta in volta, ma pur sempre una scissione, un conflitto di personalità, con cui tante di noi devono fare i conti, giorno per giorno.


Piccola nota a margine, personalissima. Il Post-it è uno strumento che effettivamente uso molto da anni, come mi dicono facciano diversi scrittori "veri", e non solo per le note della spesa, ma più ancora per appuntare al volo idee e spunti, frasi e parole, concetti e suoni, per la mia attività di scrittura. Vi sono composizioni che sono nate così, da un piccolo seme giallino (o verdolino) abbandonato frettolosamente per giorni appiccicato allo specchio, o alla beauty dei rossetti e degli smalti. Vi sono composizioni che ho pubblicato qui che sono praticamente una catena di Post-it pecettati in sequenza, o legati tra loro da brevi versi di collegamento. Ce ne sono costantemente a dozzine, di questi Post-it, in giro a casa mia, di alcuni francamente dimentico il significato, e finiscono tristemente nel cestino, con la sensazione di aver scartato chissà quale perla preziosa, trovata e subito perduta. Di quando in quando arriva come la risacca di un'onda, e sono i momenti - come quello attuale - che coincidono con quelli di maggior smarrimento, in cui anche i sogni e le emozioni boccheggiano.
C'è sempre un ultimo post-it, insomma, da cestinare, prima di riprendere a vivere.

Per voi, amiche care e amici, come sempre, con amore
M.P.




Post-it


Ho chiuso il libro, in bianco ho richiuso
il mio quaderno, e ho riposto il mio tormento
accanto alla speranza, e all'abbandono,
ho appoggiato la stilografica inaridita
sullo scrittoio, ho staccato l'ultimo post-it
dallo specchio, e l'ho gettato, lacerato.
Consumato. Imperdonato. Rimpianto.

Ho chiuso l'uscio e le finestre della mente,
e ogni cassetto e sportello di madie e stipi
e i pensili carichi di fragili monili e le cassapanche
assiepate di vecchie tappezzerie, e le grate
delle cantine e i cancelli del cortile: ho chiuso.
Poche righe giacevano sul biglietto giallo, impallidite,
a testimonianza vana del mio conchiuso tempo.

Come i ricordi, come i pensieri, come i timori
come i respiri di questa vita, sospesa
in attesa di essere ripresa ormai mondata
d'ogni inganno, come l'anima ribelle in attesa
di indossare ancora il corpo mio di donna bella,
le gambe, il seno, i fianchi, il pube dorato, il collo,
il viso, e gli occhi grandi chiusi, serrati, anch'essi.

Come per trattenere in me le lacrime, o le stelle.



Marianna Piani
Milano, 18 Settembre 2013

3 commenti:

  1. Parto dal fondo, ovvero dall'utilizzo del Post-It.
    Anche io li ho sempre usati, e li uso ancora oggi.
    In un'era così tecnologica, pensavo sempre meno gente li usasse, visto che ci sono varie "app" che svolgono la stessa funzione.
    ...Ma io sono ancora un fan e un fruitore della carta.
    Ad esempio, non possiedo alcun e-book.
    Certo, ogni tanto qualche file pdf sono obbligato a leggerlo, ma non è la stessa cosa.
    Trovo che gli e-book rappresentino l'uccisione del piacere della lettura :
    Il profumo della carta appena stampata, oppure al contrario, della carta consumata dal tempo...

    A parte questa premessa,
    Volevo solo dirti che approvo la tua scelta di non apparire personalmente qui nel blog, nè sul web in generale, con il tuo volto reale.
    Come dici tu, in questo modo la gente rimane affascinata solo dal tuo talento e dalla tua anima.
    Per quanto riguarda il fatto di giocare con la futilità e l'apparenza, è normale : tutti lo facciamo, a prescindere dal sesso.
    E' giusto che sia così, del resto non bisogna mai prendersi troppo sul serio nella vita.
    L'importante è non essere vuoti e superficiali dentro.

    Per quanto riguarda la composizione, che dire ?
    Lo sai già cosa penso...

    Dunque,
    Buona serata, ancor più questa sera, essendo stato un giorno molto importante per voi donne, quello odierno.

    Spero che l'umanità si evolva non solo tecnologicamente, ma anche a livello mentale, e arrivi a capire che le donne vanno trattate con rispetto, come fossero una pietra preziosa.
    ...Ed effettivamente, secondo me lo siete.
    Senza dimenticare che una nuova vita "esce" da voi.
    Basta togliere una "n".
    La donna, molto semplicemente, "dona".

    Buona serata Marianna,

    Un abbraccio,

    Luca.

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    1. Caro Luca, grazie, mi piace veramente tanto questo commento, per diversi motivi.

      Il primo: sei generoso (qualcuno direbbe "prolisso") nello scrivere, proprio come lo sono io. In questo siamo un poco come fratello e sorella, ci somigliamo, pregio e difetto insieme...

      Il secondo, tocchi due temi per me importanti, che sono proprio alla base di una "battaglia" personale, cui tengo moltissimo, al di là e a fianco del mio impegno sulle emozioni e sulla espressione di esse: la dignità femminile, ...e il libro.
      Sulla dignità femminile è inutile che ne ribadisca l'importanza, per me basilare, com'è ovvio, essendo io una femminuccia, e perdipiù - come sai - diciamo "diversa". La libertà dalla violenza e dai pregiudizi è il presupposto stesso della mia esistenza!
      Aggiungo solo questo: abbiamo un disperato bisogno di uomini e ragazzi come te, dolci, gentili, sensibili, capaci di rispetto, per condurre ASSIEME questa battaglia, e VINCERLA, una volta per tutte, per il bene non solo nostro, ma di tutti!

      Per quanto riguarda i libri "veri", mio caro, sembra un argomento non dico "futile", o magari "secondario", ma per me è invece fondamentale. Il libro "vero" non è solo una questione di nostalgia vintage per il profumo della carta e della stampe, e tante belle cose. È una questione di sopravvivenza del libero stesso così come lo concepiamo da duemila anni a oggi, un Deposito inestimabile della Cultura, della Conoscenza, della Memoria dell'Umanità.
      I "libri finti", quelli digitali, sono sottoposti all'obsolescenza inevitabile insita nei prodotti tecnologici e dei gadgets cui sono legati, e rispondono mille volte più del libro standard alla determinazione di un Mercato da parte di ristrettissime lobby e holdings economiche, che a questo punto mettendo le loro zampacce sui "contenuti" ed equiparandoli ai "prodotti tecnologici" determineranno - ne sono convinta - la MORTE della Libera Cultura, con tutte le conseguenze insite in questo, dall'inaridimento della Memoria collettiva, alla normalizzazione di ogni voce originale, dissidente o semplicemente nuova e creativa rispetto a un Sistema Chiuso, anzi blindato.
      Un danno IRREPARABILE.

      Per questo sono FEROCEMENTE contraria agli ebooks, che per moda e per pigrizia idiota fanno ormai da padrone incontrastato e proseliti anche tra persone che si ritengono colte e sensibili all'arte e alla cultura. Non solo io ovviamente non ne possiedo e mi guardo bene dal farlo, ma cerco in tutti i modi di contrastarne, con le mie povere forze, il dilagare. Di solito quando mi esprimo così presso amici, conoscenti, vengo presa per matta - cosa che sono, effettivamente, ma in questo caso purtroppo no, so perfettamente di avere non una ma mille ragioni.
      Quindi non perdo occasione per esprimere questa mia contrarietà e le sue ragioni: NO MILLE VOLTE NO agli eBook, finti libri per una cultura fasulla, MORTE al Kindle e ai suoi pari!

      Sono felice che - a differenza di molte mie amiche, peraltro da me molto amate - tu sembri essere dalla "mia parte" e pronto a capire veramente l'importanza capitale di questa battaglia. Siamo un poco come nel famoso romanzo Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, pronti ad una resistenza finale in difesa del patrimonio inalienabile dell'Umanità...

      Un abbraccio, con amore

      Tua
      Marianna

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  2. Cara Marianna,
    Prima di tutto, grazie per le belle parole nei miei confronti.
    Dette da una persona come te, valgono molto.
    Ti ribadisco che ci vogliono anche donne intelligenti e piene di valori come te, per cambiare in meglio questa società davvero schifosa.
    Per quanto riguarda l'essere contrario agli e-book, sì, confermo :
    Sono dalla tua parte al 100 %.
    Per come la vedo io, la tecnologia non dovrebbe MAI mettere le "zampe" sull'arte in generale.
    (Per esempio, oltre ad acquistare SOLO libri cartacei, acquisto ancora oggi la musica in cd.
    La qualità audio è nettamente superiore, perchè non compressa.
    Su Itunes Store acquisto solo gli "Ep" disponibili unicamente in formato digitale, ma ripeto, non è la stessa cosa, purtroppo).
    Anche io, ad essere sincero, ho chiesto ad alcuni amici :
    "Ma perchè non comprate più i libri in formato cartaceo?"
    Mi hanno risposto :
    "Perchè costano meno in formato digitale, e poi vanno!"
    Già, vanno. Credo che per "vanno" intendessero dire che vanno di moda, come hai scritto tu.
    Che tristezza sentire queste cose.
    Finchè i soldi e gli investimenti riservati allo sviluppo tecnologico vanno a creare un nuovo modello di aggeggio digitale, oppure un nuovo social network al giorno, per creare milioni di persone dipendenti da uno smartphone o da un tablet, mi può anche stare bene : il mondo, del resto, gira intorno ai soldi da sempre.
    Ma non mi sta bene che anche i libri, la musica, e la cultura in generale vengano infangati da tutto ciò, e ridotti a "files digitali".
    Per quanto riguarda la morte della libera cultura, che dire.
    Concordo anche su questo, anzi, credo sia già morta.
    Voglio dire, e parlo dei miei coetanei in questo caso, che ho conosciuto ben poche persone giovani davvero vogliose di cultura.
    ...A volte penso anche io di appartenere (almeno mentalmente) ad un altro periodo storico !
    Quindi, se ti danno della matta, beh, in questo caso lo sono anche io !

    P.s.
    E' vero, sono prolisso nello scrivere, come te.
    Ci "somigliamo" sotto molti punti di vista.
    Voglio dire, riguardo molte cose abbiamo la stessa opinione.
    Ne sono felice, molto felice.
    Quindi, siamo un po' come fratello e sorella, hai ragione !

    Un abbraccio,

    Buona giornata Marianna !

    Luca

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